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Gestione rifiuti: a quando la liberalizzazione del settore?

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La mancata liberalizzazione dell’economia italiana promessa dal precedente governo Monti e accantonata definitivamente dall’attuale governo Letta è una delle principali cause della recessione economica del nostro Paese. La gestione dei rifiuti, vero e proprio comparto industriale che rappresenta oltre il 2% del PIL, è uno di quei settori che sta soffrendo maggiormente la mancanza di una libera concorrenza tra operatori. Caso emblematico è quello del riciclo della plastica in cui, nonostante le promettenti condizioni del mercato, le imprese operanti nel settore trovano estrema difficoltà nel reperimento di rifiuti da riciclare. Il Consorzio CARPI, consorzio che rappresenta la maggior parte dei riciclatori di plastica, sta cercando da anni di sensibilizzare gli enti locali e le istituzioni nazionali verso la risoluzione di questa problematica.

Dalle notizie di questi giorni, possiamo finalmente prendere atto che i comuni virtuosi italiani, attraverso l’Associazione che li rappresenta, hanno deciso di farsi rispettare mettendo nero su bianco tutte le anomalie della raccolta differenziata del nostro Paese. Tuttavia vale la pena ricordare che non è solo la povera Italia ad essere sotto osservazione dalla Commissione Europea per la mancanza di libera concorrenza nella gestione dei rifiuti. E’ di questi ultimi giorni la notizia che l’Antitrust UE ha inviato una comunicazione ad ARA Altstoff Recycling Austria, l’analogo sistema Conai Austriaco, per sospetto abuso di posizione dominante nel mercato della gestione dei rifiuti austriaci. La Commissione europea ha informato Altstoff Recycling Austria AG (ARA) la quale potrebbe aver tenuto una posizione dominante tale da ostacolare i concorrenti e permettere agli stessi di entrare o espandersi su questi mercati. Un comportamento del genere pregiudica la concorrenza in contrapposizione alle norme antitrust comunitarie.

Queste raccomandazioni giungono da lontano visto che XXXI Relazione sulla politica della concorrenza sopracitata nel 2001, e l’IC 26 del 2007 e altre segnalazioni sempre dell’AGCM del 2008 sono sempre state disattese dal sistema italiano. Le notizie di cronaca austriache potrebbero riguardare a breve anche l’Italia qualora non di intervenisse per riformare il sistema della gestione rifiuti attualmente eccessivamente ancorato su posizioni dominanti.

Il Consorzio CARPI

Il Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia (CARPI), operativo dal 2007, è un consorzio di servizi che riunisce alcune delle più importanti realtà nazionali che operano nell’ambito della raccolta, del riciclo e della produzione di materie plastiche provenienti da superficie privata, dunque un Consorzio che non interviene nella superficie pubblica di competenza dei Comuni che si occupano della differenziata.

CARPI è un consorzio “di sistema”, sussidiario al sistema vigente in Italia, ed è impegnato in un dialogo continuo sia con le aziende sia con le istituzioni e altre strutture, in grado di rappresentare tutti gli attori di questo complesso settore in una logica che va dalla tutela ambientale a quella della creazione di un nuovo e proficuo mercato, che crei l'equilibrio necessario per favorire lo sviluppo adeguato dell'intero comparto. Le imprese che CARPI rappresenta non vogliono muoversi in un quadro di anarchia,ma di disciplina paritaria e trasparente coerente alla normativa UE, assumendosi oneri e onori per un ruolo attivo e responsabile.

In questo contesto, CARPI è promotore di una visione completamente diversa rispetto al passato, nella quale le aziende che si occupano del riciclo della plastica allungano e modificano il ciclo di vita dell’imballaggio e lo trasformano nella propria materia prima. Secondo questo principio, si passa dall’usa e getta all’usa e recupera, minimizzando e differendo sempre più nel tempo il momento dello smaltimento finale.

Per maggiori informazioni www.consorziocarpi.com.

 

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